Un po’ come quando non si riesce a essere convinti di aver detto qualcosa o di averla solo pensata, così mi affollavo di tentativi di compensazione. La musica era parte di uno degli esperimenti più controversi. Si mescolava talvolta con delle frasi o con singole parole, nella più libera delle associazioni intuitive. Esperimenti, poco più, e non ero convinto di ascoltare o di essere ascoltato. Il dubbio nasce nell’istante successivo al momento di tensione maggiore, come nella fase di sonno meno profondo in cui razionalizzando alcune delle immagini appena sognate si entra di colpo in uno stato di dormiveglia controversa. Allo stesso modo mi capitava di lasciarmi sorprendere di colpo da ricordi confusi del mio più passato più recente. Sfumature incontrollate degli ultimi cinque minuti di coscienza, capaci di terrorizzare solo per il fatto di riuscire a scivolar via di dosso in modo incontrollato, abbandonandoti a una strana dormiveglia percepita come un grande punto interrogativo. Dev’essere più o meno per questo che capita di parlare da soli, o a volte di provare un certo senso d’imbarazzo, comportamenti confusi e sottomessi, nel tentativo di riparare a un momento di vergogna, pur consapevoli della buona probabilità che tali situazioni non si siano mai verificatesi. O che quantomeno siano sfuggiti all’occhio ipotetico di un qualsiasi interlocutore. In ogni caso, nell’interrogativo si trova energia e brio, una convincente forma di euforia. La mancanza di ore di sonno, come al solito, amplifica la sensazione, e ne rende avvincenti le esperienze di costruzioni oniriche durante la veglia. Mi piaceva combinare l’incertezza con sforzo fisico costante di bassa intensità, come lunghe camminate sconclusionate, e quando possibile colpi di sole o di freddo. Il freddo aumenta i contrasti, esplodendo in contraddizione con il surriscaldamento muscolare dello sforzo, mentre il calore del colpo di sole contrasta col senso di freddo viscerale dovuto alla mancanza di sonno. In ogni caso, la combinazione di due elementi contrasta col terzo, replicando in un certo qual modo una brutalità congenita nella sopraffazione umana, una forma di feticismo costituzionale verso la superiorità fisica indiscutibile propria della nostra migliore spinta verso l’autodemolizione. Direttamente da quel senso di piacere, un ulteriore forma di indecisione e confusionalità della veglia. Possibili le allucinazioni, e il divertimento.