E comunque è il mio lavoro. Datemi retta, vi troverete bene: l’ho già fatto molte altre volte.
Solo un momento, mi rigiro prima di cadere di sotto, eccomi. Stavo dicendo, prendete questi strani affari scuri, sembrano fagioli di plastilina ma vi aiuteranno. Insomma, come vi stavo dicendo signori, se non sbaglio sono un grande esperto del settore, e adesso qui tutti riuniti mi ascoltate, e fate bene senz’altro. Arrivo subito da voi, aspettate un istante soltanto che mi segno un paio d’appunti. Sapete, non vorrei correre il rischio di dimenticare tra qualche ora. La mattina è sempre il momento più pesante della mia giornata, ogni volta mi pare di risvegliarmi da un coma malizioso che puntualmente ogni diciotto ore mi riporta a quindic’anni e mi fa ricominciare tutto da capo. [Vogliate perdonarmi signori, sono un tipo un po’ particolare, ma alla fine ci si abitua a tutti questi fogliettini sparsi per l’ufficio. Sono un po’ la mia memoria esterna, sapete, senza di loro sarei perduto probabilmente. Ne prendo uno qualsiasi, vogliate approfittare: “la differenza tra me e lei? Io sotto la doccia fischietto vecchi ritornelli della tradizione popolare, lei ascolta Lady Gaga dal dolby nuovo della filodiffusione”. Niente male, mi pareva opportuno ricordarmelo]. Bene, come vi dicevo sono qui per aiutarvi e se vi rimetterete ai miei consigli, se li seguirete con puntualità e attenzione, riuscirete a risolvere buona parte dei vostri problemi; scaccerete i vostri demoni e la vostra stabilità psicofisica ne trarrà un giovamento sostanziale. In pochi giorni vi sentirete nuovi, freschi come lo eravate un tempo, molto più giovanili e con tutta la voglia di scherzare di quando da bambini giocavate con le automobiline in miniatura sul plastico del trenino elettrico. [Soltanto un momento ancora, questa è una citazione: “la vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione”. Davvero bel film quello, nulla di eccezionale d’accordo, ma una buona fotografia e degli indimenticabili sprazzi di genialità qua e là nel copione]. Comunque prima lezione: voi bastate a voi stessi. Scolpitevelo in quelle vostre stramaledette teste super cariche di stress lavorativo, e non dimenticatelo mai. Se vi può tornare utile approfittate anche voi dei post-it, lasciateli sparsi nelle vostre stanze, e ogni tanto tirateci un’occhiata. [Questo, per esempio: “Avv. Claudio Maria Biffoli, studio legale via XXIV Aprile n.12, 333/4970870”]. L’importante è che riusciate ad affidarvi a loro, alla loro inesauribile saggezza, però sempre senza diventarne dipendenti, senza farla diventare un’ossessione. All’inizio non ci si crede, ma restarci invischiati è più facile di quanto si pensi. Seconda lezione: dove lasciate un vuoto, qualcuno correrà a riempirlo. Ci sarà sempre qualcuno pronto a fare la sua mossa, fateci attenzione, ma sempre ricordando che nella buona parte dei casi colui che cercherà di farvi del male sarà sufficientemente idiota e prevedibile da tirarsi la zappa sui piedi da solo. Trovate il punto di equilibrio tra queste due inconsolabili verità. Magari segnatevi su un quadernetto le vostre mappe concettuali, una per ogni tormenta del vostro cervello, con annessi e connessi ben specificati e rigorosamente ordinati. Mettere nero su bianco ogni rapporto di forza, la schiera delle possibili mosse avversarie, vi assicurerà vantaggi non indifferenti: la fantasia di un romanziere, la verità di un matematico di mezz’età e la tenacia di uno scacchista psichiatrizzato. Tutte qualità imprescindibili per un buon manager. Ricordatevi che il vostro compito è combattere, la vostra casa la giungla, il vostro ossigeno sta nei polmoni del nemico e che il nemico siete voi. Un momento ancora, mi segno pure questa. Come vi stavo dicendo, regolamentarsi è importante, ma ricordatevi sempre di portare rispetto alla forza motrice di questo mondo: onorate il caos molto più di qualsiasi padre o madre, e siate il bastone della vostra vecchiaia soltanto. Vi aiuterà a ricordarvi che da soli siete molti di più che mischiati con chiunque altro. [Scusate per la citazione cinematografica di prima, vorrei ricordarvi che in realtà non sono molto esperto, ma sono ben contento di lasciarmi trascinare dai giusti stimoli che volendo si riescono a trovare quasi dovunque]. Terza lezione: il primo campo di battaglia è il linguaggio. Ognuno di noi, dalla prima parola spiccicata dal fondo fetido della culla, è cresciuto ignorando la potenza distruttrice e rivoluzionaria del linguaggio. Siamo stati educati a darla per scontata, a ritenerci padroni della comunicazione una volta apprese quelle poche regole convenzionali della grammatica, imparate al tempo della scuola. In realtà il linguaggio va conquistato, bisogna riappropriarsi delle parole continuamente, giorno dopo giorno. Ma non fraintendetemi, non parlo dei significati: quelli potete lasciarli all’abbandono volendo. L’importante è affilare ogni mattina le corde vocali, le unghie sulla tastiera, in modo che quello che ne possa venir fuori sia petrolio bollente versato negli occhi e nelle orecchie di chi si azzarda a sfiorarvi anche solo col pensiero. [Casualmente proprio sotto la lampada avevo attaccato questo, quando si dice il colpo di fortuna: “la vostra lingua è così, una bellissima troia che succhia sangue da pochi signorotti imbottiti di soldi per rifarsi le tette ogni due settimane, ma che comunque non si accontenta mai e brama i cazzi di tutti, anche dei più miserabili: anzi, è forse proprio con i più disgraziati di tutti che riesce a godere veramente e forse, anche se non lo ammetterebbe mai, in fondo dev’essere proprio per loro che tiene il diavolo nella sesta del reggiseno. Per farli impazzire e essere sicura che, vada come vada, non resterà mai da sola sotto le coperte d’un letto freddo”]. Quarta e ultima lezione, per oggi: trattate bene quei fagioli di plastilina e qualsiasi cosa succeda, non importa quanto pesce abbiate mangiato, non cercate di dormire dopo aver bevuto il caffè nella tazza dei cereali. Segnatevelo.